venerdì 4 febbraio 2011

Il libro non sarà più lo stesso: l'audiolibro e l'E-book

L’audiolibro
Narrare è un’azione fondamentale nella vita dell’uomo. Fin da quando veniamo al mondo ci facciamo narrare, ci narriamo e poi narriamo storie: che siano frutto della nostra o altrui immaginazione, che siano rielaborazioni del nostro o altrui vissuto, che siano favole, miti, fiabe, poesie, leggende, cronache, esse contribuiscono a costruire la nostra identità linguistica, culturale, sociale. Esiste un legame intimo, segreto, profondo, ancestrale tra la narrazione e la parola parlata/ascoltata: il suono della parola parlata è parte della storia e della magia del raccontare. Chi narra le storie alla radio o in un audiolibro rivendica il valore della voce (che non è solo parola, ma anche tono, intensità, pronuncia, ritmo, pausa, silenzio) di fronte alla scrittura: infatti attraverso la prosodia noi riusciamo a trasmettere stati d’animo, umori, intenzioni, significati.



«Strana scomparsa, quella della lettura a voce alta. Cosa avrebbe pensato Dostoevskij? E Flaubert? Non si ha più diritto di mettersi le parole in bocca prima di ficcarsele in testa? Niente più orecchie? Niente più musica? Niente più saliva? Parole senza gusto? E poi cos’altro? Forse che Flaubert non se l’è urlata fino a farsi scoppiare i timpani, la sua Bovary? Non è forse la persona in assoluto più adatta per sapere che l’intelligenza del testo passa attraverso il suono delle parole da cui scaturisce tutto il loro significato? E non è lui che più di ogni altro sa, lui che si è azzuffato con la musica intempestiva delle sillabe e la tirannia del ritmo, che il significato si pronuncia? Cosa? Testi muti per puri spiriti? A me, Rabelais! A me, Flaubert! Dostoevskij! Kafka! Dickens, a me! Giganteschi urlatori di senso, accorrete! Venite a soffiare nei nostri libri! Le nostre parole hanno bisogno di corpo! I nostri libri hanno bisogno di vita!» (Pennac, 2000)

“L’uomo, oltre che con l’orecchio, ascolta con tutto il corpo”: quest’affermazione di Walter Passerini (Tomatis, 1992) fa riferimento agli studi degli effetti del suono sulla pelle che hanno dimostrato l’esistenza di una stretta correlazione tra “sensibilità cutanea e fonazione”, una “vera e propria geografia della sensibilità cutanea all’ascolto”. La lettura ad alta voce per esempio fatta dal docente o dalla voce registrata (professionista, attore, scrittore) può attivare la curiosità dell’apprendente e favorire la comprensione emotiva e psico-sensoriale di una poesia, un romanzo, un racconto, un poema. Infatti, sentire le emozioni durante l’ascolto stimola l’emisfero destro del cervello a produrre idee e intuizioni successivamente ordinate da quello sinistro. Per esempio, quando un sapere come l’epica che nasce dalla tradizione orale si presta bene a molteplici possibilità, lavorare semplicemente su un testo scritto è limitante per i ragazzi: perché allora non si privilegia la voce, l’orecchio, il suono? Oggi gli studenti probabilmente vorrebbero ascoltare un Omero virtuale che racconta con la propria voce le gesta del “glorioso” Achille “piè veloce”, di Ettore dall’“elmo lucente”, del biondo Menelao, del giovane Patroclo, le avventure di Ulisse dal “multiforme ingegno” e del suo ritorno all’amata Itaca: insomma un Omero tra e non sui banchi di scuola.


L’E-book.



L’Electronic Book, o meglio il libro digitale, consultabile su computer, telefonini di ultima generazione, palmari ed appositi lettori digitali sembra essere il futuro libro adottato dai consigli dei docenti, non solo perché consentirà di far risparmiare carta e stampa, ma diminuirà il peso degli zaini degli studenti e inciderà meno sul budget delle famiglie. In realtà, l'espressione "lettura di un libro elettronico" è riduttivo, dato che le funzioni di un E-book possono andare ben al di là della semplice lettura del solo testo. È errato confondere un qualunque documento in formato digitale con l'E-book perchè esso non si limita a presentare la sostanza del documento cartaceo ma cerca anche di replicarne la forma, in modo da rendere la lettura il più possibile simile a quella che si avrebbe sfogliando le pagine di un libro. Da ciò deriva che tutte le azioni che in un normale libro cartaceo sono immediate e scontate, come ad esempio, lo scorrere le pagine o l'inserimento di un segnalibro possono essere emulate dal software del dispositivo di lettura. Il libro elettronico, nell'imitare quello cartaceo, sfrutta ovviamente i vantaggi offerti dalla sua natura digitale, che risiedono principalmente nelle possibilità di essere un ipertesto e inglobare elementi multimediali, e nella possibilità di utilizzare dizionari o vocabolari contestuali.

Già con la circolare n.16 del 10 febbraio 2009 il Ministero dell’Istruzione aveva aperto la strada a una trasformazione del libro di testo nella forma E-book. Infatti, nella circolare si legge: Lo sviluppo incessante e progressivo delle tecnologie investe oggi tutti gli aspetti della vita sociale e produttiva e va modificando i processi di costruzione e di trasmissione della conoscenza. La scuola, che è il luogo privilegiato per un insegnamento connesso alla memoria come all’innovazione, non può non far interagire in modo dinamico il proprio tradizionale patrimonio di strumenti con quelli – sempre più diffusi e in continua evoluzione – offerti dalle nuove tecnologie. L’articolo 15 della legge 133/2008 prevede infatti che i libri di testo siano prodotti nella versione a stampa, on line scaricabile da internet e mista. Agli aspetti positivi già evidenziati nell’usare contenuti digitali, si aggiunge una finalità di tipo pedagogico-sociale: Le nuove disposizioni legislative riguardanti i libri di testo offrono l’occasione per una educazione costante alla legalità nell’uso delle nuove tecnologie e dei contenuti che esse rendono accessibili, nel rispetto del diritto d’autore in cui si materializza il valore del lavoro intellettuale.

domenica 30 gennaio 2011

Presta attenzione

Ecco il video che ho realizzato traducendo e montando alcune frasi del video sull'importanza delle nuove tecnologie nella didattica del http://tu.jordandistrict.org/. Ne avevo fatto la versione completa ma One True Media non permette di pubblicare gratuitamente i video superiori ai 30 secondi, quindi ciò che vi propongo è l'insieme delle slides più significative...

Vi consiglio comunque di vedere il video completo in inglese e in spagnolo perchè è veramente coinvolgente...

domenica 23 gennaio 2011

Tecdattica, Didattica e Nuove Tecnologie

L'idea di un blog relativo alle nuove tecnologie nella didattica è nata tenendo presente che la scuola, e quindi tutti noi insegnanti, portavoce di un lavoro formativo, non può non tener conto degli apporti forniti dalle nuove tecnologie. L’importanza delle nuove tecnologie in ambito didattico è evidente dalle indicazioni nazionali per il curricolo, in cui si legge che la Tecnologia esplora le potenzialità dell'informatica (in senso lato) come strumento culturale transdisciplinare che introduce nuove dimensioni e nuove possibilità nella realizzazione, nella comunicazione e nel controllo di ogni tipo di lavoro umano, compreso l'insegnamento/apprendimento di tutte le discipline (matematico-scientifiche e non). In particolare il supporto informatico agisce sia facilitando diverse rappresentazioni della conoscenza, sia facilitando l’accesso ad ambienti di “realtà virtuale”. In un tale contesto, attraverso la simulazione esplicita delle conseguenze di un modello interpretativo, diviene possibile realizzare nuovi tipi di “esperienza” diretta, dando concretezza operativa, rappresentativa e comunicativa anche a concetti altrimenti recepiti come puramente astratti. Attualmente la principale novità nel panorama delle tecnologie didattiche è costituita proprio dalle lavagne interattive,che sono comparse sul finire degli anni 90. La LIM è uno strumento che racchiude in un unico oggetto molte tecnologie didattiche precedentemente utilizzate. Tuttavia, oltre che le LIM, nuovi software e programmi stanno cominciando ad entrare nella vita degli insegnanti e degli studenti: come fare, dunque per non perdere l'orientamento in questo mare pieno di risorse che i motori di ricerca offrono? Tecdattica si proprone come una piccola bussola e nell'indicare il nord si avvale di tanti siti amici, ma in modo particolare di uno che vi proponiamo di andare a sbirciare: http://www.dienneti.it/index.htm Dienneti, acronimo di “Didattica e Nuove Tecnologie”, è dal 1998 un portale per l’educazione e la didattica, in quanto propone agli operatori della scuola, agli studenti, agli studiosi e ai semplici curiosi navigatori risorse e materiali accuratamente selezionati, organizzati e periodicamente aggiornati. I contenuti spaziano dalla prassi didattica delle diverse discipline scolastiche alla gestione scolastica, allo studio e alla ricerca sulla prassi educativa in genere, anche se particolare attenzione viene data all’aspetto dell’innovazione e dell’uso delle nuove tecnologie in aula.
  • Nella sezione “Risorse” sono organizzati secondo le discipline scolastiche vari link a siti interattivi per l’insegnamento e apprendimento;
  • la sezione “Percorsi” presenta percorsi tematici di interesse per l’educazione e la didattica;
  • la sezione “Software Didattico” propone percorsi conoscitivi e recensioni di software didattico-commerciale (attraverso descrizioni oggettive dei software, senza alcun intento o interesse pubblicitario/promozionale);
  • la rassegna stampa informa sulle novità che riguardano le nuove tecnologie in relazione ad educazione e didattica, con articoli tratti dai giornali più importanti, ordinati cronologicamente.
L’unico aspetto negativo è la presenza della pubblicità, ma fortunatamente riguarda solo prodotti di questo ambito.

martedì 4 gennaio 2011

DALLA LAVAGNA D'ARDESIA ALLA LAVAGNA DIGITALE

Lo strumento fondamentale di cui l'insegnante tradizionalmente si serve nello svolgimento della sua lezione è la lavagna nera di ardesia. Attraverso di essa, il docente può "fissare" alcuni termini chiave, fornire agli studenti schemi e diagrammi, mostrare la grafia di nomi poco familiari, svolgere in maniera "pubblica" calcoli ed esercizi, tratteggiare piante e disegni, e così via. L'uso della lavagna è talmente comodo e diffuso che riteniamo non serva dilungarsi troppo nell'illustrarne i possibili impieghi che si estendono praticamente ad ogni materia e ad ogni curriculum didattico.
In primo luogo, la lavagna è uno strumento che privilegia fortemente la scrittura, sia essa alfabetica o matematica. L'uso della lavagna per presentare immagini è assai più limitato, giacché presuppone da un lato che le immagini siano rappresentabili con l'uso di due soli colori (il nero della lavagna e il bianco del gessetto), dall'altro che il docente sia un buon disegnatore, e abbia a disposizione il tempo necessario a realizzare un buon disegno. Non è un caso, dunque, che le immagini disegnate alla lavagna debbano essere di necessità sommarie e schematiche, e che talvolta sia necessario ricorrere a quelle che potremmo definire "estensioni tecnologiche" della tradizionale lavagna "in bianco e nero": gessetti colorati, o lavagne bianche cancellabili con pennarelli colorati. Ma si tratta evidentemente di rimedi parziali, impotenti, ad esempio, a rendere la lavagna uno strumento adatto a mostrare alla classe fotografie o filmati. E ovviamente la dimensione sonora resta del tutto estranea all'uso della lavagna, almeno nella sua forma tradizionale. Le "estensioni tecnologiche" necessarie a superare queste ultime limitazioni (proiettore di diapositive, schermo televisivo o cinematografico, registratore...) non hanno nulla a che fare con la lavagna, e richiedono, nella loro forma tradizionale, ognuna un apparato diverso, talvolta costoso e ingombrante.



In secondo luogo, la lavagna è uno strumento di uso didattico immediato, ed è uno strumento "a perdere": non è cioè di norma possibile per il docente preparare in anticipo, ad esempio a casa, "schermate" di lavagna da utilizzare al momento opportuno e magari riutilizzare in seguito; inoltre non è possibile conservare copia di quanto scritto sulla lavagna, se non copiandolo su carta. Certo, schemi e diagrammi possono essere preparati in anticipo su carta e poi "copiati" alla lavagna durante la lezione. Ma il tempo da destinare all'operazione di copia, davanti alla classe in attesa, è comunque ridotto, e questo limita naturalmente anche la complessità di quanto si può realizzare.
Anche in questo caso, esiste da tempo una "estensione tecnologica" della lavagna in grado di migliorare la situazione: si tratta del proiettore di lucidi. L'insegnante può preparare in anticipo, su una speciale carta trasparente, testi e immagini che illustrino la propria lezione. I lucidi così realizzati possono essere poi mostrati in classe, ed eventualmente riutilizzati. Anche i proiettori di lucidi, tuttavia, sono impotenti a superare le limitazioni ricordate poc'anzi: immagini in movimento e suoni restano al di fuori delle loro possibilità, e la qualità di visualizzazione di immagini fotografiche, in bianco e nero e ancor più a colori, lascia molto a desiderare.
I programmi per la realizzazione di presentazioni su computer superano queste limitazioni, e suggeriscono un modello di "lavagna multimediale" del tutto nuovo. Di cosa si tratta, esattamente? In buona sostanza, programmi di questo tipo - in genere abbastanza facili da usare - trasformano l'utente nel "regista" di una presentazione multimediale. Al posto delle "pagine di lavagna" o dei lucidi da proiettare, egli ha a disposizione delle schermate di computer. Schermate che possono contenere testo (proprio come la superficie della lavagna o del lucido), in dimensioni, colori e tipi di carattere diversi. Ma possono anche contenere immagini, fisse o in movimento, eventualmente corredate da didascalie. E possono essere accompagnate da brani sonori. Chi crea la presentazione "prepara" al computer, una dopo l'altra, le schermate che la compongono, disponendole in un ordine sequenziale. Per "animare" il proprio lavoro, può introdurre degli effetti di transizione da una schermata all'altra: ad esempio una dissolvenza, o un effetto sonoro. Il testo di una pagina, anziché comparire tutto insieme, può comparire un po' per volta, in modo da seguire il ritmo della spiegazione a voce; al momento di utilizzare in classe la presentazione realizzata, al docente basterà un click col mouse per segnalare al programma di "far entrare" nella schermata la porzione successiva di testo.
Proviamo a immaginare una possibile utilizzazione di questo strumento. Supponiamo ad esempio di dover tenere una lezione sulla poesia di Montale. A supporto della nostra lezione possiamo preparare una serie di schermate con i dati essenziali della vita del poeta, una sua foto, magari il filmato di una intervista. Se vogliamo analizzarne una poesia, potremo preparare una schermata col testo, accompagnato da una recitazione a voce; il testo della poesia potrà "animarsi" a comando, magari trasformando dal nero al rosso il colore col quale sono scritti i termini dei quali vogliamo sottolineare l'importanza, o le rime interne. Un verso della poesia potrebbe essere isolato e accostato al verso di un'altra poesia. E così via.
Attenzione, però, non vogliamo affermare che la vecchia lavagna sia ormai da mettere in soffitta. Non è affatto così. Le presentazioni su computer permettono di accompagnare una lezione in maniera chiara e piacevole, offrendo possibilità che, come abbiamo visto, erano sconosciute alla lavagna. In un certo senso, trasformano la lezione. Ma, dovendo essere preparate in anticipo, possono mancare di flessibilità. Un approfondimento o una spiegazione imprevista, magari suscitata da una domanda degli studenti o dall'estro del momento, richiedono ancora strumenti di "annotazione pubblica" rapidi e flessibili. Certo, anche questo si può fare al computer. Ma in molti casi l'uso estemporaneo del computer come strumento di annotazione pubblica può essere poco pratico - e può correre il rischio di far "perdere il filo" della presentazione che si era preparata. Avere a disposizione una lavagna per annotazioni, schizzi, schemi estemporanei rappresenta dunque sempre un'ottima idea.